Che salumi mangiare in gravidanza?

17 Mag 2022

Nella dieta di una donna in dolce attesa non dovrebbe mancare nessun nutriente, è fondamentale prediligere un’alimentazione sana ed equilibrata e conoscere i cibi sconsigliati o che possono rappresentare un rischio per il buon andamento della gestazione.

Vediamo che salumi mangiare in gravidanza e perché alcuni sono vietati.

L’alimentazione in gravidanza

È difficile resistere ad un bel panino con salame, specialmente se sono affettati di qualità e fatti secondo tradizione come i salumi di Macomer Forma. Un sacrificio a cui però le donne incinte devono sottoporsi: durante la gravidanza è infatti sconsigliato il consumo di carni crude o poco cotte e di salumi e insaccati poco stagionati perché possono esporre al rischio di contrarre la toxoplasmosi. Si tratta di un’infezione piuttosto comune ma che in gravidanza può comportare gravi danni al feto e al suo sviluppo. Il responsabile è il protozoo Toxoplasma gondii, un microorganismo che si può trovare nelle feci dei gatti o in carni crude o poco cucinate. I rischi se si contrae vanno dall’aborto a danni neurologici o oculistici per il bambino.

Alcune mamme però sono immuni perché hanno già contratto l’infezione prima di rimanere incinte, magari senza neanche accorgersene perché i sintomi sono lievi (mal di testa o di gola, stanchezza e sensazione di “ossa rotte”) e quindi possono mangiare anche i salumi crudi. Per saperlo è necessario eseguire il Toxo test e regolarsi di conseguenza.

Se non si è mai presa la toxoplasmosi occorre prestare attenzione anche a lavare accuratamente frutta e verdura, oltre a cuocere bene carni e salumi.

Facciamo chiarezza e vediamo allora che salumi mangiare in gravidanza e quali sono invece quelli banditi.

I salumi cotti

I salumi sono fonte di proteine e fanno parte della categoria delle carni processate. Il loro consumo non deve essere mai eccessivo, a qualunque età, in quanto hanno un alto contenuto di sale e sono parecchio calorici, per cui favoriscono la ritenzione idrica e l’ipertensione, in alcuni casi possono aumentare alcuni disturbi che sorgono in gravidanza come il gonfiore o il senso di spossatezza.

I salumi in gravidanza consentiti sono quelli cotti e cioè:

  • il prosciutto cotto
  • la mortadella
  • i salumi di pollo e di tacchino
  • i wurstel (ma solo se bolliti o cotti alla brace)
  • la porchetta (anche se molto grassa e quindi da limitare)
  • la coppa cotta alle erbe.

Questi sono tutti salumi che vengono sottoposti ad una cottura ad alte temperature (superiori a 60°) e per un tempo prolungato, per cui si possono consumare con più tranquillità ma comunque con una certa attenzione. Anche se gustoso, meglio togliere il grasso in eccesso.

Occhio alla qualità e alla quantità: in linea generale, la porzione consigliata per le future mamme è di circa 50 grammi massimo 2 volte a settimana. I salumi di pollo e tacchino sono più leggeri e digeribili rispetto a quelli di maiale.

Un’ulteriore raccomandazione da seguire quando si è in stato interessante, è quella di accertarsi che i salumi cotti e crudi vengano tagliati con coltelli o affettatrici diverse da quelle usate per gli altri salumi per evitare il rischio di “cross contaminazione”, cioè che la lama possa trasferire il parassita della toxoplasmosi da un alimento all’altro. È preferibile per questo optare per quelli imbustati che trovate nel banco frigo. Inoltre, è bene lavarsi le mani accuratamente dopo aver maneggiato salumi o carni crude.

I salumi da evitare in gravidanza

Abbiamo visto che salumi mangiare in gravidanza e, per fortuna, non bisogna rinunciare completamento ad un tagliere o antipasto di salumi, basta solo scegliere quelli adatti e ridurli al minimo prediligendo prodotti più magri.

Adesso vediamo invece quelli che fanno parte della “black list” e quindi da evitare se non si è immuni alla toxoplasmosi. I salumi crudi sono:

  • il prosciutto crudo
  • il salame
  • la salsiccia cruda
  • la pancetta
  • lo speck
  • la bresaola
  • il capocollo
  • il guanciale

Le future mamme devono quindi evitare i cibi che hanno una lavorazione a crudo e che non prevedono l’utilizzo di alte temperature o processi che garantiscono l’eliminazione del rischio di contrarre parassiti pericolosi per il bambino (come l’affumicatura, la salatura e la stagionatura breve). C’è da dire che una stagionatura superiore ai 24 mesi riduce il rischio di infezione da toxoplasma ma non lo azzera del tutto! Per questo motivo meglio rinunciare al prosciutto crudo durante i 9 mesi, così come anche alla pancetta, coppa, salame e bresaola e rimandare al dopo il parto.

Gli insaccati inoltre possono contenere sostanze poco salutari quali nitriti, nitrati e conservanti in dosi eccessive, per cui è buona abitudine alimentare un consumo moderato.

RICETTE & CONSIGLI

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