Perché si mangia il cotechino a capodanno?

24 Dic 2024

È una presenza imprescindibile sulle tavole di Capodanno, un rituale che combina sapori ricchi con un simbolismo profondo. Stiamo parlando del cotechino, tradizionalmente servito con le lenticchie la sera del 31 dicembre. Ma perché si mangia il cotechino a Capodanno? Scopriamo da dove nasce questa tradizione.

Origini del cotechino

Il cotechino è un insaccato tipico della cucina italiana, realizzato con carne di maiale macinata, cotenna, e spezie, racchiusi in un budello naturale. Si cuoce lentamente, immergendolo in acqua, e si gusta tradizionalmente accompagnato da lenticchie o purè.

Le sue radici risalgono alla cultura contadina del Nord Italia, in particolare in Emilia-Romagna, terra d’origine di tanti salumi pregiati.

Il termine “cotechino” deriva dalla parola “cotica”, che indica la cotenna del maiale, uno degli ingredienti principali. Oggi lo si trova non solo in Emilia-Romagna, ma anche in Lombardia, Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia, con varianti locali che aggiungono sfumature uniche al sapore.

Il cotechino è diventato un simbolo di abbondanza e prosperità, entrando a pieno titolo nelle tradizioni culinarie delle festività invernali, si trova infatti al terzo posto dei cibi più gettonati dagli italiani per il cenone di San Silvestro. Ma vi siete mai chiesti perché proprio a Capodanno mangiamo cotechino e lenticchie?

Perché si mangia il cotechino a Capodanno: significato simbolico

La risposta è perché il cotechino, così come lo zampone, essendo un insaccato grasso a base di carne di maiale, simboleggia fortuna e abbondanza. Mangiarlo a Capodanno è un rito nazionale gastronomico con il quale ci si augura che il nuovo anno sia ricco di fortuna, felicità e porti soldi.

La tradizione contadina prevedeva di macellare i maiali il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre: per tale giorno si preparavano salumi e insaccati, alcuni dei quali si conservavano per mesi grazie alla stagionatura. Il cotechino e lo zampone si conservavano per meno tempo, ed essendo considerati prelibati si consumavano solo nei giorni di festa come Natale e Capodanno appunto.

Le lenticchie, spesso servite accanto al cotechino, sono un altro potente simbolo: fin dall’antichità sono associate all’idea di “ricchezza”. La loro forma ricorda le monete d’oro e, secondo la credenza popolare, portano ricchezza nel nuovo anno.

La loro presenza dopo la mezzanotte del 31 dicembre la si deve agli antichi romani che le regalavano ai propri cari in un sacchetto l’ultimo giorno dell’anno con l’auspicio che si trasformassero in monete.

La combinazione di questi due elementi, lenticchie e cotechino, rende il piatto un augurio gustoso per il successo e la prosperità.

Curiosità: cotechino o zampone?

Molti confondono il cotechino con lo zampone, in realtà anche se gli ingredienti sono più o meno gli stessi (carne di maiale, cotenna tritata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata), si differenziano per l’involucro: lo zampone utilizza la zampa anteriore del maiale svuotata, mentre il cotechino viene insaccato nel budello naturale o artificiale. Entrambi, però, condividono la stessa cottura lenta (3 o 4 ore) e il significato simbolico. A dire il vero, secondo la superstizione, è solo lo zampone ad avere dei “poteri magici”. Secondo quanto scrive Pico della Mirandola, uno dei filosofi più importanti del ‘400, secondo la leggenda, un nobile modenese avrebbe suggerito di macellare i maiali e conservare la carne all’interno della cotenna e delle zampe dei suini, arricchendola con spezie. Questa soluzione, ideata per affrontare un assedio e garantire scorte alimentari più durature, si rivelò efficace. Da quel momento, stando ai racconti popolari, lo zampone divenne simbolo di prosperità e fortuna, radicandosi nelle tradizioni festive.

Cotechino: un rituale che unisce l’Italia

Il cotechino è un piatto che rappresenta un momento di convivialità e condivisione, dove il passato contadino si fonde con la modernità, trasformando una ricetta antica in un rito senza tempo. Gustarlo a Capodanno è un modo per augurarsi un anno nuovo prospero e ci ricorda quanto il cibo possa essere un veicolo di memoria e speranza.

L’Italia non è l’unica ad avere questo tipo di tradizioni culinarie, anche nel resto del mondo per dare il benvenuto all’anno nuovo si è soliti mangiare diverse pietanze, ad esempio i chicchi d’uva, fagioli e mais negli Stati Uniti, lenticchie in Germania e Brasile…

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