Chi ha inventato gli arrosticini?

7 Giu 2024

Sono un simbolo culinario dell’Abruzzo, ma apprezzato in tutta Italia e anche all’estero. Stiamo parlando degli arrosticini, una pietanza semplice e gustosa legata alla storia pastorale della regione abruzzese.

Si tratta di cubetti di carne di pecora o castrato alternati a pezzetti di grasso, infilati in degli spiedini e cotti alla brace. Un secondo piatto che si presta perfettamente ad una cena estiva in compagnia di amici o parenti. Chi li ha assaggiati sa che uno tira l’altro!

Possono essere fatti a mano o tagliati con macchinette industriali, ma ciò che accomuna le varie versioni locali è che si mangiano rigorosamente con le mani e secondo la tradizione si cuociono e si consumano all’aperto. Ma chi ha inventato gli arrosticini?

Scopriamo insieme la storia e le origini di una delle pietanze più caratteristiche della gastronomia abruzzese.

Chi ha inventato gli arrosticini abruzzesi: origini e tradizione

Gli arrosticini non sono solo un secondo piatto gustoso, ma anche l’espressione della cultura e tradizione dell’Abruzzo.

In dialetto vengono chiamati rustell’, mentre il braciere utilizzato per cucinarli (la rostelliera) assume il nome, in base alla zona, di fornacella, lu fucon, furnacella, rustillire o arrostellaro.

Riguardo le origini di questo piatto ci sono alcune versioni contrastanti.

Sono due le città che si contendono la paternità degli arrosticini:

  • Teramo
  • Pescara

Secondo lo storico Francesco Avolio, il territorio d’origine sarebbe quello compreso fra gli attuali comuni della zona del Voltigno, ovvero Farindola, Villa Celiera, Civitella Casanova, Civitaquana, Pianella e Catignano. Territori che attualmente fanno parte della provincia di Pescara, ma che per tanto tempo sono appartenuti alla provincia di Teramo.

Secondo la teoria più diffusa, infatti, ad aver inventato gli arrosticini sono stati i pastori che abitavano la zona tra le valli e i monti del Gran Sasso negli anni 30 del ‘900; un metodo per utilizzare le parti meno pregiate della pecora. I pezzetti di carne venivano cotti su una brace improvvisata con i pezzi di una grondaia. E ancora oggi la griglia tipicamente usata è chiamata canala, per via della forma che ricorda le canaline delle grondaie.

L’altra teoria sostiene che gli arrosticini siano stati inventati nella valle del Vomano, nel teramano, in particolare nei comuni di Tossicia, Isola del Gran Sasso e Montorio.

Quello che è certo è che gli arrosticini o “rustell’” sono oggi un prodotto tutelato dal Governo: rientrano tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani (PAT) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Per quanto riguarda la carne, vengono selezionate le pecore più giovani che non hanno mai avuto figli. Altrimenti, vengono scelti i montoni castrati a partire dai 6 mesi e non oltre i due anni di età.

Gli arrosticini si trovano in tutta la regione, dai monti alla costa, e ogni ristorante propone le sue varianti.

Volete provare a prepararli a casa per una cena in giardino? Seguite i passaggi della ricetta.

Come servire gli arrosticini

Gli arrosticini possono essere conditi con aromi vari ad esempio con peperoncino, olio di tartufo, oppure olio con aceto e sale e dei rametti di rosmarino.

La carne va servita fumante, di solito viene avvolta nella carta stagnola, e accompagnata dal pane tostato condito con olio extravergine d’oliva e sale. Gli arrosticini possono essere serviti con delle verdure grigliate come peperoni, melanzane, zucchine o patate.

C’è chi aggiunge una salsa come quella barbecue o piccante. Accompagnate il tutto con un buon calice di vino.

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