Quando acquistate i prodotti alimentari siete soliti controllare la provenienza?
È ormai abbastanza diffuso, specie per alcuni prodotti, acquistare alimenti “a filiera corta”, ad esempio scegliendo carne certificata e proveniente da allevamenti della propria regione e non carne che arriva dall’estero. Conoscere da dove arriva il cibo che portiamo in tavola è importante perché ci garantisce maggiore freschezza e migliori caratteristiche organolettiche.
Noi di Forma abbiamo la nostra filiera nel cuore della Sardegna, a Macomer, ed è qui che lavoriamo carni ovine, bovine e suine in parte proveniente dai nostri allevamenti in Sardegna e in parte da altri allevamenti sardi, italiani ed europei, applicando un sistema produttivo certificato da procedure di qualità. Seguiamo tutto il processo, dall’allevamento al sezionamento, dalla macellazione al confezionamento e al trasporto, per offrirvi dei prodotti di grande qualità fatti secondo la tradizione.
La filiera alimentare è l’insieme dei passaggi e delle fasi attraverso cui il cibo arriva dalla terra alle nostre tavole; a seconda di quanto è articolato questo percorso si parla di filiera lunga oppure corta. Chiariamo cosa si intende per filiera corta, cosa sono gli alimenti a chilometro zero, i vantaggi e le differenze rispetto alla filiera lunga.
Sommario
Il concetto di filiera corta
La filiera, come abbiamo detto, è la catena produttiva che porta un prodotto dal produttore al consumatore, cioè dalle materie prime all’acquisto del cliente finale e consiste, nel caso di filiera lunga, in vari passaggi quali la produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione. Questi passaggi hanno un costo sia in termini economici che sociali ed ambientali, dato che i trasporti provocano emissioni di gas serra.
Nella filiera della carne bovina, ad esempio, il costo finale è dato per il 42% dal costo dell’animale e per il 58% dai costi della filiera. Nel caso della filiera suina che può arrivare fino a 10 passaggi dal produttore al consumatore, il costo finale del prodotto è dato per l’81% dai costi legati alla filiera. Ma cosa si intende per filiera corta invece?
Per filiera corta si intende un processo produttivo caratterizzato da pochi e semplici passaggi. Si riduce la distanza che il cibo percorre e questo permette un abbattimento dei costi delle spese di carburante e di trasporto.
La filiera corta punta a stabilire una relazione diretta fra chi consuma e chi produce e questo può essere raggiunto attraverso diverse modalità: i consumatori singoli o gruppo di acquisto solidale (GAS) si rivolgono direttamente ad allevatori e agricoltori per acquistare i loro prodotti, oppure gli stessi produttori organizzano mercati locali o aprono la propria azienda ai consumatori, i negozi collettivi degli agricoltori (farmers’ markets).
Il concetto di filiera corta fa riferimento a diversi tipi di prossimità:
- Geografica, la distanza fisica tra produttori e consumatori.
- Sociale, il rapporto di fiducia tra produttore e consumatore. il consumatore può apprendere dal produttore informazioni sulle tecniche di produzione utilizzate e, più in generale, dei valori come il mantenimento del territorio, del paesaggio, delle tradizioni, di specifiche identità locali.
- Prossimità economica, gli scambi di mercato avvengono all’interno di una comunità o territorio circoscritto a vantaggio dell’economia locale.
Il significato di filiera corta trasmette anche valori come sostenibilità, biodiversità, tradizione gastronomica e legame col territorio.
I prodotti locali
Le filiere corte sono indipendenti dalla Grande Distribuzione ma non sempre sono sinonimo di prodotti a chilometro zero. Questi ultimi sono prodotti locali che di solito non hanno bisogno di intermediari per arrivare al consumatore e vengono venduti o somministrati vicino al luogo di produzione, abbattendo costi ed emissioni dei trasporti. Sono quindi più freschi, saporiti e genuini, pensiamo ad esempio alla frutta e verdura che provengono dall’orto a poca distanza da casa. Generalmente hanno un prezzo contenuto dovuto ai ridotti costi di trasporto e di distribuzione, all’assenza di intermediari commerciali, ma anche al fatto che non subiscono un rincaro eccessivo da parte del venditore dato che spesso si tratta dello stesso agricoltore o allevatore. Delle volte però gli alimenti a km 0 sono implicati in filiere non corte.
I vantaggi della filiera corta
Ci sono dei benefici sia per i produttori che per i consumatori. Infatti, per i primi sono ridotti al minimo i costi di imballaggio, conservazione e carburante, mentre i secondi ottengono:
- Prodotti più freschi e di qualità.
- Possibilità di rapportarsi direttamente con chi produce.
- Minore impatto ambientale (risparmio di energia e dell’inquinamento legato al trasporto e alla frigo-conservazione, meno imballaggi.)
- Valorizzazione della produzione locale e recupero del legame col territorio.
La filiera corta favorisce una scelta più consapevole da parte del consumatore.