Nella tradizione cattolica il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio della Quaresima, quel periodo che accompagna i credenti dal Carnevale alla Pasqua, in cui si ricorda e si medita la passione e morte di Gesù.
Secondo i dettami della Chiesa, come probabilmente già saprete, in questi 40 giorni bisogna astenersi dal consumare la carne. Ma perché non si mangia carne in Quaresima? Chiariamo il significato di questa tradizione.
Liturgia cattolica: quando e perché non si può mangiare carne
Secondo la Chiesa tutti i venerdì dell’anno non si dovrebbe mangiare carne, ma non rispettare questa regola durante la Quaresima viene considerato un peccato grave.
Il Codice di Diritto Canonico del 1917 prescriveva l’astinenza in tutti i venerdì dell’anno a partire dai 7 anni di età. Le modalità dell’astinenza possono essere ulteriormente determinate dalle Conferenze Episcopali, che possono concedere ai fedeli la facoltà di sostituire l’astinenza dalle carni con altre forme di penitenza, specialmente opere di carità o esercizi di pietà. È il caso della Conferenza Episcopale Italiana, che ha ammesso la sostituzione dell’astinenza con una diversa forma di mortificazione in tutti i venerdì dell’anno, esclusi quelli di Quaresima.
Secondo l’Antico Testamento, l’astinenza dalla carne è un modo simbolico per rinunciare ad un piacere, una forma di mortificazione. Nei tempi antichi la carne era considerata una prelibatezza, un piatto “grasso” rispetto al pesce, che veniva mangiata durante i festeggiamenti. Si pensava poi che la carne stimolasse maggiormente la libido dell’uomo e lo portasse ad azioni istintive e aggressive.
Dato che Gesù Cristo ha sofferto ed è morto in croce di venerdì, i cristiani hanno stabilito che in quel giorno avrebbero unito le proprie sofferenze alle sue. La Chiesa, perciò, riconosce ogni venerdì come Venerdì Santo, in cui i fedeli possono offrire una specie di penitenza. La carne è stata scelta come sacrificio degno perché era associata a feste e celebrazioni. Ecco perché non si mangia la carne in Quaresima. Mangiare la carne di venerdì, giorno in cui si ricorda la morte di Cristo, non sarebbe coerente con il senso di riflessione e umiltà di questo popolo, per cui con questa astinenza si onora il sacrificio fatto dal Signore morendo sulla croce per espiare i nostri peccati.
Quale carne si può mangiare in Quaresima?
San Tommaso d’Aquino scriveva che la carne rossa dava ancora più piacere perché più gustosa e quindi rinunciarvi sarebbe stata una dimostrazione di maggior sacrificio. Ma quindi il pesce e le carni bianche si possono mangiare? E i crostacei?
San Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi scrive: “non ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci”.
Si fa quindi una distinzione tra la carne degli animali di terra e quelli che vivono in acqua come il pesce, consentendo il consumo solo di quest’ultimo. La Chiesa proibisce il consumo degli alimenti che danno più piacere al palato e che incentivano la lussuria.
Nel corso degli anni la Chiesa ha concesso qualche flessibilità a tale regola, ad esempio negli Stati Uniti la carne di lucertola dal 2010 viene considerata “pesce”. Fino all’inizio del XX secolo la legge dell’astinenza dalle carni proibiva di mangiare anche uova, latte e formaggio perché derivati animali, oggi non più.
In questi 40 giorni le celebrazioni sono più discrete e anche i matrimoni non dovrebbero essere celebrati.
Ricapitolando, la carne permessa i venerdì di Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo è quella che proviene dal mare, dai laghi o dai fiumi. In ogni caso, il pesce deve essere cucinato in modo semplice, dato che l’aspetto importante da rispettare è l’assenza di piacere. Non è un comandamento ma semplicemente un modo per ricordare e onorare il tempo di Quaresima.